Di recente sono state fatte tantissime ricerche sull’importanza dello stretching sull’ipertrofia, ovvero l’aumento della massa muscolare.
Inizialmente tutti questi studi sono stati effettuati su cavie animali. Goldspink ha confrontato condizioni dove nei topi, i muscoli soleo ed estensore lungo delle dita, venivano immobilizzati in posizione di accorciamento e di allungamento. Ne è emerso che nei topi in cui questi muscoli erano immobilizzati in una condizione di allungamento, la sezione traversa delle loro fibre aumentava, rispetto agli altri che andavano in contro ad atrofia.
Successivamente Holly RG, ha riportato incrementi in lunghezza e sezione traversa dei muscoli alari dei polli i cui muscoli venivano immobilizzati a diverse lunghezze per un periodo di 5 settimane. E’ stato dimostrato che il cambiamento della lunghezza muscolare è stato raggiunto dopo una settimana di stretching mentre l’aumento della sezione trasversa delle fibre è stata raggiunta dopo 5 settimane e variava dal 73-206% a seconda del tipo di fibre.
Goldspink ha successivamente studiato gli effetti dello stretching passivo e della stimolazione elettrica a 10Hz, e la loro combinazione. In definitiva lo stretching statico ha causato un grosso aumento dell’IGF-1 oltre che l’aumento del tasso di turn over proteico sia con stimolazione elettrica che senza mentre quest’ultima da sola non aveva i medesimi risultati.
Non dimentichiamo che lo stretching ha effetti anche sul flusso sanguigno, il trasporto di ossigeno e il trasporto di globuli rossi nel sangue,fenomeni dovuti alla riduzione del diametro dei vasi dalla compressione da parte del tessuto muscolare stirato. La riduzione del flusso sanguigno e la conseguente ischemia associata allo stretching, se viene applicata nel periodo di riposo tra le serie, contribuisce all’aumento della fatica muscolare e dell’accumulo di metaboliti.
In conclusione emerge che entrambi gli stretching attivi e passivi influenzano il TUT (Time under Tension) e le associate risposte neuromuscolari, metaboliche e risposte ormonali. Ovviamente l’aumento di massa muscolare non può dipendere solamente da un fattore, in questo caso lo stretching, ma da una moltitudine e l’integrazioni di molti fattori ! Lo stretching però se integrato ad un allenamento ben impostato, se eseguito nelle pause può essere un fattore in più che contribuisce l’ipertrofia muscolare.
Fonti:
- Goldspink DF. The influence of immobilization and stretch on protein turnover of rat skeletal muscle. Physiol 264: 267–282, 1977.
- Holly RG, Barnett JG, Ashmore CR, Taylor RG, and Mole PA. Stretch-induced growth in chicken wing muscles: A new model of stretch hypertrophy. Am J Physiol Cell Physiol 238: 62–71, 1980.
- Goldspink DF, Cox VM, Smith SK, Eaves LA, Osbaldcston NJ, Lee DM, and Mantle D. Muscle growth in response to mechanical stimuli. Am J Physiol Endocrinol Metab 268: E288–E297, 1995.